Modena: un viaggio nel gusto
Il racconto del nostro viaggio a Modena parte dalle sue specialità eno-gastronomiche, quelle che con i loro sapori di fatto "parlano da sole" e raccontano una storia di ricerca, tradizione e cura che ci ha reso famosi in tutto il mondo.
Sfruttando l'ultimo weekend di ottobre in cui si poteva ancora viaggiare, abbiamo organizzato un vero e proprio viaggio nel gusto, alla scoperta del dietro le quinte di tre prodotti davvero unici: il Parmigiano Reggiano, l'Aceto Balsamico e il Lambrusco.
Il Parmigiano Reggiano
Il Parmigiano Reggiano è il formaggio italiano più copiato al mondo. La sua produzione si limita alle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna ed è sottoposta ad un rigido disciplinare che gli consente di ottenere il marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta).
Per scoprirlo abbiamo partecipato alla visita guidata del caseificio Hombre, nato dall'idea dell'imprenditore Umberto Panini (si, proprio lui, quello delle figurine!) che si distingue per la sua filiera chiusa e per l'attenzione alla mandria. Qui oltre alle classiche pezzata rossa e frisona, troviamo anche qualche esemplare delle belle bianche modenesi.
La visita parte nella prima mattinata dal caseificio, dove è possibile osservare i casari (in questo caso, marito e moglie) al lavoro con le grandi forme di formaggio: pesano circa 50kg e la gran parte del lavoro è tuttora svolta con maestria a mano. Proprio per questo motivo si è scelto di chiamare il caseificio Hombre (uomo): l'uomo rimane ancora oggi un punto chiave nella produzione di questo formaggio.
Siamo poi passati alla visita del magazzino di stagionatura, dove le forme riposano per raggiungere la stagionatura desiderata: 12, oltre i 20 o oltre i 30 mesi. Il profumo di parmigiano aleggiava nell'aria e qui abbiamo anche avuto la possibilità di fare una deliziosa degustazione. Le forme sono monitorate costantemente e sottoposte a controlli rigorosi, per assicurarsi che la maturazione sia perfetta.
La visita si è conclusa con la collezione di auto e moto del signor Panini, dove spicca un significativo numero di Maserati, assolutamente imperdibile per tutti gli amanti dei motori.
Aceto balsamico
L'Aceto Balsamico è una vera e propria arte. Abbiamo visitato tre diversi produttori, dove abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare questo prodotto definito da alcuni "oro nero".
Siamo partiti dall'Acetaia del Duca che ci ha invitati a prendere parte all'interessante visita guidata alla loro acetaia storica.
Qui abbiamo scoperto le differenze tra l'Aceto Balsamico DOP e IGP (Indicazione Geografica Protetta). Il primo viene fatto esclusivamente con mosto cotto d'uva della provincia di Modena, il secondo permette l'aggiunta anche di aceto di vino. Inoltre, il DOP ha un invecchiamento maggiore e si ottiene praticando una serie di travasi e rincalzi in una batteria di almeno 5 botti, di dimensione diversa.
Abbiamo successivamente deciso di visitare il museo dell'Acetaia Giusti, la più antica e l'unica ad ottenere nel 1929 dal re d'Italia lo stemma “Fornitori della Real Casa Savoia”, che compare ancora oggi sulle loro etichette. Il museo può essere visitato partecipando ad una visita guidata o in autonomia, per poi prendere parte alla degustazione. Il museo è molto interessante anche da visitare da soli, come del resto anche l'acetaia con le botti più storiche.
Infine, abbiamo fatto una breve deviazione verso il bellissimo borgo di Castelvetro di Modena per fare acquisti all'Acetaia la Vecchia Dispensa. Conosciamo e apprezziamo i loro prodotti da tempo e li acquistiamo attraverso il loro sito web. Anche in questo caso, è possibile visitare un piccolo museo su prenotazione.
Vi lasciamo con una curiosità storica: l'Aceto Balsamico è tradizionalmente legato alla famiglia e alle nascite. Un tempo infatti, una batteria di botti veniva riempita di mosto alla nascita del figlio, per diventare poi la dote al momento delle sue nozze.
Lambrusco
Frizzante e gioioso: il Lambrusco è considerato il vino rosso frizzante italiano per eccellenza e anche il più venduto in Italia. Nasce da una famiglia di vitigni diffusi nella campagna emiliana, principalmente Sorbara e Salamino, dalle cui uve nasce un vino di origine popolare ora sapientemente trattato per produrre variazioni innovative.
Ad accoglierci nella visita della cantina VentiVenti abbiamo trovato Andrea, che conduce l’azienda insieme ai fratelli e al padre Vittorio.
La cantina nasce nel 2013 e ha scelto il nome VentiVenti perchè proprio quest'anno ha iniziato la commercializzazione dei suoi vini, caratterizzati dall'attenzione al territorio e dalla valorizzazione dei vitigni locali. Intorno alla cantina, avrete modo di apprezzare i vitigni autoctoni tra cui spiccano Lambruschi, Sorbara, Salamino e Pignoletto.
Andrea ci ha accompagnato in una degustazione davvero imperdibile dei loro vini, tutti creati con un'attenzione e ricerca davvero superlativa. Il vino che ci incuriosiva di più era il VentiVenti Rosé Metodo Classico Lambrusco di Modena DOC (10 mesi sui lieviti). Il suo profumo, il sapore al palato e il colore rosa tenue ci hanno assolutamente conquistato! Durante la degustazione abbiamo apprezzato molti altri vini da loro proposti, tra cui il Lambrusco Metodo Classico e il Pignoletto Metodo Classico. Vini che nonostante la giovane età di questa cantina hanno già un carattere definito davvero piacevole.
La cantina VentiVenti avrà alla fine di quest'anno una splendida area dedicata alle degustazioni e l'acquisto dei loro vini. Vi terremo aggiornati!
Prima di partire
- Devo prenotare le visite in anticipo? Si, è necessario prenotare sempre la visita guidata, a parte per l'Acetaia Giusti, che dispone di un museo che si può visitare in autonomia
- Come posso acquistare i loro prodotti? Per quanto riguarda il Parmigiano Reggiano e l'Aceto Balsamico, tutti i produttori di cui vi abbiamo parlato dispongono di un negozio in loco e dello shop online sul loro sito. La cantina Ventiventi, data la recente costituzione, non dispone ancora di un negozio o shop online. Se vi abbiamo incuriosito, potete contattarli per il vostro ordine usando l'email info@ventiventi.it